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1) Dizion. 5° Ed. .
MERCATO
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MERCATO.
Definiz: Sost. masc. Luogo pubblico, di città o paese, dove si contrattano le merci, e più specialmente quelle che servono agli usi della vita.
Dal lat. mercatus. –
Esempio: Sacch. Rim. G. 12: Usi son sempre (i villani) di star nel mercato Là dove in bestie pognon lor amore: Così par che ciascun sia naturato.
Esempio: Tass. Dial. 1, 384: Le cose che ne la casa saranno da la villa o da' mercati portate, tutte a la cura de la madre di famiglia debbono esser raccomandate.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 293: Trovandosi codesto mercatante a passeggiare nel mercato pubblico della città, gli venne proposta la compera di una grossa partita di cristallo.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 193: Ma chi compra un cavallo nel mercato, Lo cerca intero, oppure mutilato?
Esempio: Capp. Econ. 391: Questi (i contadini) vivono in mezzo alle loro famiglie, non praticando i loro vicini, fuorichè alla parrocchia i giorni di festa, o casualmente al mercato, dove non hanno necessità di andare spesso, perchè comprano e vendono poco.
Definiz: § I. In senso particolare, il Luogo dove giornalmente si vendono le vettovaglie necessarie al consumo di una terra, borgo, città, e simili. –
Esempio: Dant. Parad. 16: Già era 'l Caponsacco nel mercato Disceso giù da Fiesole.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 1, 61: Imperocchè eglino edificarono il Campidoglio e il mercato, posti l'uno verso l'altro in quella medesima forma che sta il mercato e il Campidoglio romano.
Esempio: Nard. Amic. 443: Tu puoi ir dentro, ed io andrò in mercato.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 21: Altro luogo ed altro spazio si debbe dare al mercato, altro al teatro, ed altro al luogo dove si giuoca alle braccia, ed altro a uno tempio; laonde bisognerà avere rispetto, secondo che ricerca la qualità e lo uso di ciascuno edificio nel situarlo e dargli la forma.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 71: Trappola, da' volta Di mercato, e se v'è fagiani o starne, Compramene dua paia, e dì al Tina Che ti dia dieci libbre di vitella.
Esempio: Buonarr. Tanc. 4, 2: Sicch'un tratto in mercato, bello e intero Comparirei vestito anch'io di nero.
Esempio: Vai Rim. 5: Sarò sforzato.... andar pel mercato Col capo in seno e col cappel su gli occhi.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 4, 426: I domestici preparavano le stanze, apparecchiavano e sparecchiavano le mense, andavano a mercato per le provvisioni, cuocevano le vivande.
Definiz: § II. In più largo senso, dicesi di Città o Provincia colla quale altre città o provincie fanno i loro traffici; Emporio. –
Esempio: Serdon. Stor. Genov. volg. 310: Possedendo essi Famagosta, mercato del regno, e tenendovi dentro grosso presidio.
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 147: Non tanto usata (una città) per traffico, come Quanceu scala e mercato universale di tutto il mondo, ma non per tanto agiatissima.
Esempio: Capp. Econ. 374: L'artigiano ignora spesso anche l'impiego dell'opera sua, l'uso a cui serve, i commerci che alimenta; ignora i mercati, i prezzi.
Definiz: § III. Vale altresì Radunanza frequente di popolo per vendere e comperare merci, e per lo più derrate, la quale si fa di tempo in tempo in luoghi e giorni determinati, e ordinariamente ogni settimana. –
Esempio: Vill. G. 59: Per cagione che i Fiesolani vi faceano mercato un giorno della settimana.
Esempio: Uff. Cast. Fort. Fir. 16 t.: Che fuori della detta terra si faccia il mercato il sabato di ciascuna settimana.
Esempio: Morell. Cron. 222: Appresso vi vedrai a tutte queste castella fare mercato ogni quindici dì.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 63: Questi mercati giudico io che fossero cagione delle prime edificazioni che in quei luoghi si facessero, mossi i mercatanti dal volere avere ricetti comodi a ridurvi le mercanzie loro.
Esempio: Cellin. Vit. 481: Dipoi andandomi a spasso per Vicchio (di già egli era cominciato il mercato), io mi vedevo guardare da tutti quei di Vicchio, come cosa disusa da vedersi.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 231: Se non mi direte in contrario, torrò ogni cosa senza manco, questo primo mercato.
Esempio: Murat. Dissert. Antich. ital. 2, 33: Abbiamo da Varrone.... che non solamente erano in uso i mercati della settimana, ma anche le nundine, oggidì fiere..., che erano mercati più solenni, stabiliti in uno o più giorni fissi dell'anno.
Esempio: Capp. Lez. 238: Certo il senato di Roma non gratulava a' trionfatori con quello stesso linguaggio che usava, a giudicar de' mercati, l'edile della vicina Ulubra.
Definiz: § IV. Quindi figuratam. prendesi per Cicaleccio o Chiacchierio rumoroso, Baccano, e talvolta anche semplicemente Discorso molto animato o vivace; più che altro nella maniera Fare un mercato. –
Esempio: Bern. Orl. 2, 57: Fa il galante Con certe donne, ed attacca un mercato Col qual l'intratteneva tutte quante.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 12: Poco lontano le due prime donne.... fanno un mercato.
Definiz: § V. Altresì figuratam., vale Gran quantità, Copia, Abbondanza, o simile, di checchessia. –
Esempio: Tav. Rit.: Perna, di parole è gran mercato, ma combattere è caro.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 79: Fu.... in Perugia un giovane..., il quale avendo inteso che a Napoli era buon mercato di quelli (dei cavalli), messisi in borsa cinquecento fiorin d'oro,... là se n'andò.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 77: Era un torso di pera diventato, O un di questi bachi mezzi vivi, Che di formiche addosso abbia un mercato.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 231: Ieri (il panico) era più stagionato, e andò da 28 a 32 soldi; ma ci era poco mercato affatto, a tale che mi parve bene indugiare a questo lunedì che viene, che lo torrò in ogni modo, e farò el meglio potrò.
Definiz: § VI. Pur figuratam., si usò, parlandosi di eserciti, per Fornimento delle grasce o vettovaglie occorrenti al loro sostentamento. –
Esempio: Cont. Ant. Cav. 50: Conoscendo Pompeio che Cesar non potea l'oste sua, per cagione del mercato e d'altre cose, mantenere longiamente.... contra el volere de la gente sua tutta, non volea la battaglia.
Esempio: Giamb. Oros. 404: E impedito il mercato che venia di Cicilia, fece a Roma carestia.
Esempio: E Giamb. Vegez. 90: I cavalieri prima vadano innanzi, e poi i pedoni, appresso la salme ria e mercato.
Esempio: E Giamb. Vegez. 143: Chi del mercato dell'oste ben non pensa dinanzi, senza ferro si vince.
Esempio: Liv. Dec. 2, 167: Non erano proveduti di mercato, e non aveano fortezza ov'elli si potessero raccogliere.
Esempio: Vill. M. 70: Stando l'assedio ad Aversa, il re d'Ungheria facea scorrere continovo la sua gente infino a Napoli, e per lo paese dintorno d'ogni parte, e tutti i casali e le vicinanze l'ubbidivano, e mandavano il mercato a l'oste.
Esempio: Adr. G. B. Stor. 121: Scarsamente provedevano al campo il mercato, nè lo sovvenivano, se non per forza di cosa alcuna.
Definiz: § VII. Mercato, prendesi anche per Trattato, Contrattazione, del prezzo della mercanzia; e in più largo senso, Traffico, e simili. –
Esempio: Nov. ant. B. 96: Voglio uno farsetto. Questi ne trovò uno. Provòglielo. Furo a mercato. Questi non avea il quarto danari.
Esempio: Stat. Art. Calim. I. 2, 1: Giurino.... non fare o trattare mercato a lettera,... d'alcun panno oltramontano che non fosse d'alcuno mercatante di Calimala.
Esempio: Brev. Calz. Prat. 19: Neuno compagno della detta arte non faccia overo li debbia far fare alcuno danno overo ingiuria, overo impedire o stroppiare per alcuno modo lo detto mercato.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 171: Disse Giannello:... Io vorrei la donna, con la quale io feci il mercato di questo doglio.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 35: Con quanti sensali avea in Firenze, come se da spendere avesse avuti diecimila fiorin d'oro, teneva mercato; il qual sempre si guastava quando al prezzo del poder domandato si perveniva.
Esempio: Pucc. A. Centil. 76, 48: Come dett'è, avien rotto il mercato.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 180: Se colui che m'ha venduta la mercanzia vorrà pur che 'l mercato vada innanzi, io non so di che mi pagare.
Esempio: Dat. Gor. Stor. 96: Vennono a mercato; e finalmente furono d'accordo per fiorini dugentodieci migliaia.
Esempio: Bemb. Lett. 5, 27: E volendo stringere il mercato (di certi terreni) con i padroni,... essi si sono tenuti sopra loro, e ne vogliono più dello onesto.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 258: I' vo' dartene (di un anello) Settantacinque [scudi].... F. Datemi su li denari.... G. Il mercato è conchiuso; ma io voglio Dar li danari al padrone.
Esempio: Buonarr. M. V. Lett. Ric. 10: Dissi a Lapo che cercassi chi n'avea (della cera), e che facessi el mercato, e che io gli darei e' danari che la togliessi.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 28, 3, 111: Un ricco mercatante che ne' regni delle Indie comperò per settantamila ducati un mostruoso diamante, tornato in Europa e mostratolo ad un de' primi monarchi d'essa per tenerne con lui mercato, udì.... dirsi: ec.
Definiz: § VIII. E figuratam. –
Esempio: Pallav. Vit. Aless. 1, 186: Costui frattanto, ingordo più che ambizioso, e precipitato dall'aura di tanto favore e d'una temeraria fidanza, avea corrotta la dateria in un mercato di grazie enormi.
Definiz: § IX. Pur figuratam., per Patto, Condizione; anche nella maniera A buon mercato. –
Esempio: Tav. Rit. 1, 450: Gli cavalieri, intendendo tale partito, none ve n'era niuno tanto ardito che lo pigliasse: none per tanto ch'ella era molto bella, ma migliore mercato ne volevano, se lo conte sua figliuola voleva maritare.
Esempio: Vill. M. 1, 43: Stretto da grave bisogno, vendè al detto re di Francia la propietà e giurisdizione ch'avea in comune consorteria col detto re..., per quello pregio che il re di Francia volle, a buono mercato.
Esempio: Dav. Tac. 1, 66: Che ne guadagnasti? Soldo cresciuto, collana, corona, e altri doni militari contò. Arminio si rideva che a sì buon mercato servisse.
Definiz: § X. E per Prezzo, anche figuratam. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 228: Dissono i giovani Che costerebbe l'una (delle pillole)? Rispose il Gonnella: Ella non può costare quello che non sia grandissimo mercato.
Definiz: § XI. Giorno di mercato, dicesi Quel giorno, o Quei giorni di ciascuna settimana, ne' quali si tiene mercato in una città o terra. –
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. V. 2, 79: E a te, Marzio, comandiamo che fra tre giorni di mercato comparisca avanti al popolo per giustificarti.
Esempio: Forteguerr. Cap. 214: Scesero i dei nella città d'Atene In giorno di larghissimo mercato.
Definiz: § XII. A buon mercato, e trovasi anche Per gran mercato, posto avverbialmente, vale Per poco prezzo, A basso prezzo, rispetto alla giusta valuta. Anche in senso figurato. –
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 160: Egli hanno di tutte cose che a uomo bisogna per vivere in grande abondanza e per gran mercato.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 36: No l'arai (certo lino) a si buono mercato come l'aresti auto già fa uno mese.
Esempio: Cant. Carn. 297: Donne, chi ha di voi castagne secche, Datele a buon mercato.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 174: Per aventura non disidero egli di vendere a molti, ma di vender caro, e comperare a buon mercato.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 80: Su per la fiera e per la festa Pareva poco men che la morìa, Sì 'l popol si vedev'addolorato, Che vorrebbe le mele a buon mercato.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 40: Al tempo di Saturno..., quando egli era quel vivere a tanto buon mercato, che per una crazia s'avevano quaranta palle da balestra, ed alcune coccole di ancipresso per tarantelle.
Esempio: Red. Lett. 2, 236: Il pannolino dovrebbe venire a buon mercato, se però quell'accia non fu di canapa o canapella bolognese.
Esempio: Forteguerr. Cap. 215: Talchè Mercurio alla viltà de' preghi Discese, e pose il prezzo a buon mercato.
Esempio: Fag. Rim. 5, 258: Quel che non costa nulla è a buon mercato.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 272: Prima avevi un dottore a buon mercato, Ora non più: fin quelli han rincarato!
Esempio: Manz. Prom. Spos. 321: Ma non sapete che il pane è a buon mercato più di prima?
Definiz: § XIII. Da buon mercato, usato come aggiunto, vale Da poco prezzo, Vile. -
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 88: Alla fine si fermò la pace con gran giubbilo degli ambasciatori, che si partirono tutti contenti, e arricchiti con poca spesa, mercè di quelle gioie da buon mercato, tenute da loro in tanta stima.
Definiz: § XIV. Da mercato, aggiunto di galea, bastimento, o simili, si usò per Mercantile. -
Esempio: Ammir. Stor. 2, 1048: Fu provvisto che.... i consoli di mare facessero partire di Portopisano quattro galee grosse da mercato,... per Inghilterra e per Fiandra.
Definiz: § XV. Sopra mercato, od anche Sopra il mercato, posto avverbialmente, vale Per soprammercato, Per giunta, Di soprappiù. -
Esempio: Varch. Sen. Benef. 82: Fuor di questo non ti si promette cosa nessuna; se poi te n'avverrà per ventura alcun commodo, annoveralo fra le giunte, e fa' conto d'averlo avuto sopra il mercato (il lat. ha: inter accessiones numerabis).
Definiz: § XVI. Avere buon mercato, o un buon mercato, ed anche Avere gran mercato, o un gran mercato, vale Aver vantaggio nel prezzo; anche con un compimento retto dalla particella Di: e il suo contrario è Aver cattivo mercato. -
Esempio: Libr. Prov. 36: Ogne uomo che compera, sì biasima la derrata per avere miglior mercato.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 36: Nè ancora, chi mi l'avessi (il lino) arrecare, n'arei migliore mercato della vettura; chè un mese fa mi promisse il Favilla vetturale recarme in dono.
Esempio: Ambr. Cofan. 5, 7: Deh! guarda come e' brontola Da sè a sè per sì picciola favola Che ha a sborsare; e n'ha auto grandissimo Mercato in buona fè.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 68: Avete avuto buon mercato di tutto: chè se avevi a comperare el lino e fare filare, ve ne andavi in più di 30 ducati, e non sarebbe stato sì bello.
Definiz: § XVII. E figuratam. -
Esempio: Fr. Giord. Pred. 1, 270: A messer santo Lorenzo gli parea fare nulla a dare il corpo suo: gran mercato n'ebbe. Ma i mondani non ne vogliono appena dare neente, non se ne curano; pure il sonno non ne vorrebbono perdere.
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 14: Chi più piglia de' beni terreni, n'ha peggior mercato.
Definiz: § XVIII. Pur figuratam., vale lo stesso che Uscire a bene di qualche gran pericolo, Cavarsela con poco danno, Avere, in alcun sinistro, buona fortuna. -
Esempio: Cas. Lett. ined. 19: In risposta non ho che dirvi, se non ch'io son guarito delle podagre per questa volta, e ne ho avuto buon mercato.
Esempio: Cellin. Vit. 377: Erano tutti gli arbori mondi e scavezzati, con tanto bestiame morto, quanto la n'aveva trovati (la grandine), e molti pastori ancora morti.... Ce ne parve avere un buon mercato, e cognoscemmo allora che ec.
Definiz: § XIX. E nello stesso senso, dicesi anche assolutam. Averla a buon mercato. -
Esempio: Lipp. Malm. 8, 75: Quegli che compiacerlo non gli costa, E vede averla avuta a buon mercato, L'invito tiene ec.
Esempio: Not. Malm. 2, 678: Vede averla avuta a buon mercato. Conosce d'avere scampato un gran pericolo con facilità, cioè Non ha avuta quella pena, o gastigo, che egli conosceva di meritare.
Definiz: § XX. Avere mercato di chicchessia, si usò per Aver vantaggio sopra di esso, Essergli superiore, ed altresì Trarne vantaggio, Valersene ai proprj fini. -
Esempio: Nov. ant. B. 59: L'uomo parea di non grande appariscenza. Parlaro insieme, considerate tutte le sopradette cose; e dissero tra loro: di costui avremo noi grande mercato; acciò che elli assembra loro anzi povero che ricco.
Esempio: Vill. M. 5, 152: La gente di messer Bernabò..., parendo loro aver mercato della gente di messer Cane, s'apparecchiarono ad assalirla.
Definiz: § XXI. Aver più faccende ch'un mercato, vale Aver che fare assai. -
Crusc. Vocab. III.
Definiz: § XXII. Essere a buon mercato di qualche cosa, lo stesso che Averne buon mercato, nel senso di Uscirne a bene. -
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 253: Piacemi che.... attenda a uscire di noie, con dare espaccio alle faccende della redità; e di' che pensi fra un mese esserne fuori: che quando fussi esbrattato in due, mi parrebbe tu ne fussi a buon mercato.
Definiz: § XXIII. Fare mercato di checchessia, vale Contrattarne la vendita o la compra. -
Esempio: Firenz. Pros. 2, 177: Io trista femminella, che non mi spiccai mai dall'uscio tre palmi, ne ho fatto (di una botte) mercato in sette danari.
Esempio: Cellin. Vit. 443: Va', fanne mercato, chè io son contento di far tutto quello che vuole la signora duchessa.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 335: Vale (un podere), secondo a chi hanno parlato, lire 1200 e 1300 e 1400 la coltra; e non è troppo: che ne fu fatto mercato a lire 1200; ma il comperatore non volle pagare le staia 15 di grano all'Opera di Pistoia; e così si roppe il mercato.
Definiz: § XXIV. In locuz. figur., e figuratam. -
Esempio: Tav. Rit. 1, 17: E lui abbraccia lei, e donaronsi l'arra di quello che a quel punto non si poteva fare mercato, e partissi da lei.
Esempio: Bonich. Bind. Rim. B. 195: Fusse possibil di cambiar suo stato L'un uom coll’altro, credo che a furore, Ciascun credendo di dare il peggiore, Sanza mezzan sare' fatto mercato.
Esempio: Bern. Orl. 4, 89: E poi verso Rinaldo rivoltato: Sappimi dir s'io fo miglior misura A chi con meco viene a far mercato.
Definiz: § XXV. Fare buon mercato, o gran mercato, vale Vendere a poco prezzo; anche con un compimento retto dalla particella Di, indicante ciò di cui si contratta. -
Esempio: Fr. Iac. Tod. R. 129 t.: Trenta denari n'à 'vuto; Fatto n'à gran mercato.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 66: Non solamente gli convenne far gran mercato di ciò che portato avea, ma quasi, se spacciar volle le cose sue, gliele convenne gittar via.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 250: Ed egli (il tavernaio) diede sempre poi buona carne a quelli che l'aiutarono, e fece loro miglior mercato ch'agli altri.
Esempio: Cant. Carn. Otton. 65: Noi farem buon mercato, Perchè il guadagno nostro esser più suole In dir quattro parole.
Definiz: § XXVI. E figuratam. -
Esempio: Bern. Orl. 3, 89: Tu fai de’ fatti miei si buon mercato! Non sai che questo basto anche a me preme?
Esempio: E Bern. Orl. 26, 55: Tu sei forte errato S'hai d'ammazzar colui opinione.... Tu fai dell'altrui vita buon mercato E vuoi far senza l'oste la ragione.
Definiz: § XXVII. Porre a mercato, o in mercato, vale Porre in vendita. -
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 187: Fu però gratissimo al cardinale di trovar quella sera un tal ospite, che potesse insieme stimolare il Querengo a non porre in mercato se non gemme vere e di prezzo, alla presenza di sì perito gioielliere (qui in locuz. figur.).
Esempio: Bott. Stor. Ital. 2, 478: La rapacità che si usava in Roma e nei contorni, si dilatava in tutto lo stato romano, ed ogni sostanza si pubblica che privata vi era posta a mercato.
Definiz: § XXVIII. Tirare il mercato alla propria piazza, vale, figuratam., Volere per sè tutto il guadagno, Cercare il proprio interesse a scapito altrui. -
Esempio: Baldin. Vegl. 7: Di tanto in tanto usciva fuori qualche forestiero male informato, che, o a fine di percuotere il povero Giorgio Vasari, o per tirare il mercato alla propria piazza, faceva sentire qualche novità.
Definiz: § XXIX. Essere come i polli di mercato, o semplicemente Come i polli di mercato -
V. Pollo.
Definiz: § XXX. In piazza e in mercato ognuno è licenziato; dettato che vale: Arrivando in tali luoghi, non è sconvenevole il dipartirsi anche senza prender commiato da' compagni.
Definiz: § XXXI. Ognun va col suo senno al mercato; proverbio che vale: Ognun sa tanto o quanto; ed altresì: A ognuno pare aver senno a sufficienza. Onde la locuzione: Va' pur con tuo senno a mercato. -
Esempio: Sacch. Nov. 1, 362: La donna un poco si cominciò a rattemperare, e disse: Va' pur con tuo senno a mercato, chè io me ne camperò il meglio ch'io potrò ; e cosi si rimasono.
Definiz: § XXXII. Tre donne fanno un mercato, cioè, trovano materia da discorrere fortemente ed animatamente, come fa la gente in occasione di mercato. -
Esempio: Fag. Rim. 2, 187: Quante chiacchiere mai ciascuna spande! Sol tre donne compongono un mercato, Dove in vero si rendono ammirande.